L’evento, nato diversi anni fa su iniziativa di Ettore Randazzo nell’ambito dell’allora ISISC/ OPCO, è stato realizzato in collaborazione con l’Associazione Amici dell’Inda e la Fondazione Inda, con il sostegno dell’Ordine degli Avvocati di Siracusa.
Sul palco, protagonisti del dibattimento sono stati Sebastiano Ardita (PM, Tribunale di Catania) per l’accusa, Enrico Trantino (avvocato e Sindaco di Catania) per la difesa, con Iside Russo, già Presidente della Corte d’Appello di Salerno, nel ruolo di Presidente di Giuria. Accanto a loro, giovani magistrati del Tribunale di Siracusa e Alessio Lo Giudice, Ordinario di Filosofia del Diritto, hanno completato la giuria.
Nel suo intervento, Antonio Randazzo, Presidente dell’Ordine degli Avvocati, ha sottolineato l’importanza di un giudizio equo e sereno, fondato sul principio del ragionevole dubbio, dichiarando che libertà e giustizia devono restare valori assoluti e inviolabili.

Il processo si è aperto con l’accusa del PM Ardita, che ha interrogato Elettra sul suo legame con il fratello Oreste e sull’invocazione degli inferi e delle Erinni. Elettra ha difeso le proprie azioni, giustificando la sua ricerca di giustizia, determinata dalla tragica uccisione del padre da parte della madre Clitennestra.
Durante la fase dibattimentale è stato ascoltato il pedagogo, interpretato da Danilo Nigrelli, che ha ammesso di aver accompagnato Oreste alla Rocca di Agamennone per compiere l’omicidio, senza alcun rimorso.
La difesa ha messo in luce il tormento di Elettra, costretta a vivere nella reggia dopo l’assassinio del padre, incapace di perdonare Clitennestra.
Nelle conclusioni dell’accusa, si è ribadita la pericolosità della vendetta come fenomeno senza fine, mentre la difesa ha chiesto l’assoluzione dell’imputata.
La giuria popolare ha assolto Elettra, e la Corte, in base all’articolo 530 cpp, ha confermato che il fatto non sussiste. Tuttavia, in applicazione dell’articolo 273 cpp, è stata disposta una misura interdittiva, con obbligo di dimora a Siracusa per Giulia Bergamasco per sei mesi.
L’udienza si è conclusa con un originale provvedimento: l’obbligo per l’imputata di arricchire l’autunno e l’inverno siracusano con nuove rappresentazioni teatrali, per rendere omaggio alla città che cresce da sempre tra cultura e teatro greco.