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Sigilli rimossi al “Santa Maria Club” di Siracusa. Il titolare Giovanni Napolitano: “Torniamo alla piena operatività”

DiMaurilio Abela

Lug 9, 2025

Sigilli rimossi e struttura di nuovo pienamente fruibile. Tornano operativi i campi e l’area ristoro del “Santa Maria Club” di viale Teocrito dopo la decisione del Tribunale del riesame di Siracusa, che ha accolto il ricorso presentato dagli avvocati Giuseppe Lavaggi e Luigi Latino. L’organo collegiale, composto da Carla Frau, Simone De Martino e Liborio Mazziotta ha ritenuto infondato il provvedimento di sequestro preventivo emanato dal Gip, qualche settimana fa: i campi da padel erano rimasti chiusi per una ventina di giorni ma la decisione aveva colpito anche un container, una pergotenda, una pedana e relativi scivoli per i disabili.

A seguito dell’adozione del provvedimento, il titolare della struttura, Giovanni Napolitano, aveva conferito mandato difensivo allo Studio legale Lavaggi, affiancato in corso d’opera dal penalista Luigi Latino, socio dello studio Peluso di Catania, per garantire una difesa tecnica articolata e completa.

La strategia difensiva si è basata su un’accurata ricostruzione documentale dell’intera vicenda amministrativa e urbanistica con particolare attenzione alla documentazione presentata alla Soprintendenza di Siracusa. Sono stati quindi recuperati tutti gli atti relativi ai lavori eseguiti, comprese le pratiche edilizie, le autorizzazioni, le fotografie e i provvedimenti di approvazione riguardanti la realizzazione dell’impianto sportivo. La difesa ha incaricato l’ingegnere Franco Tabacco e l’architetto Carlo Costa di redigere una relazione tecnica finalizzata a dimostrare la piena conformità delle opere realizzate ai progetti regolarmente presentati e approvati dalla Soprintendenza. Con l’istanza al riesame, presentata nei termini di legge, è stato chiesto ed ottenuto l’annullamento del provvedimento cautelare, ritenuto ingiustificato alla luce degli elementi raccolti.

L’udienza per la trattazione del riesame al Tribunale di Siracusa si è svolta in camera di consiglio alla presenza degli avvocati Giuseppe Lavaggi e Luigi Latino, i quali hanno discusso approfonditamente le ragioni della difesa, evidenziando i profili di insussistenza sia del “fumus boni iuris” che del “periculum in mira”, cioè l’insussistenza dei presupposti per il sequestro. Ieri è stato pubblicato il dispositivo della decisione del Tribunale del riesame, che ha accolto integralmente l’istanza difensiva, annullando il decreto di sequestro preventivo emesso dal Gip e disponendo l’immediata restituzione di tutti i beni precedentemente sequestrati alla ASD Teocrito.

“Riteniamo di aver raggiunto il massimo risultato cui potevamo aspirare – dice l’avvocato Giuseppe Lavaggi – in quanto tutti i beni sono stati rimessi nella disponibilità dell’associazione. Siamo pienamente soddisfatti. Il Club dunque riprende la sua ordinaria attività come è giusto che sia. Ringraziamo quanti hanno collaborato al raggiungimento di questo obiettivo”.

La vicenda era nata in seguito al sopralluogo effettuato da due funzionari della Soprintendenza, secondo i quali ci sarebbero state delle difformità tra la struttura e il progetto inizialmente presentato, visto che avrebbero dichiarato che la costruzione dei campi non sarebbe mai stata autorizzata. “E invece – sottolinea l’avvocato Latino – è accaduto l’esatto contrario perché i campi nel progetto c’erano ed erano stati regolarmente autorizzati dalla stessa Soprintendenza. Per quanto riguarda l’area ristoro, invece – prosegue il legale – hanno dichiarato che sono stati effettuati degli scavi per realizzare un impianto idrico sotto terra ma abbiamo dimostrato che l’impianto è stato fatto sopra il suolo ed è servito solo per il passaggio di una pompa che consentiva l’alimentazione dei rubinetti. Non c’è pertanto nessuna difformità rispetto a quanto contenuto nel progetto che, qualche anno fa, aveva incassato l’ok della stessa Soprintendenza. Da qui il ricorso al tribunale del riesame di Siracusa, che ha accolto la nostra tesi”.

Starà adesso al pm Marco Dragonetti decidere se impugnare o meno la sentenza. “Non sappiamo cosa succederà ma intanto – conclude l’avvocato Luigi Latino – siamo contenti di aver restituito la struttura alla collettività. Persone di tutte le età potranno dunque tornare a giocare e divertirsi in un luogo che rappresenta un punto di riferimento importante per tanti siracusani”.

Per Giovanni Napolitano un sospiro di sollievo. “Ho sempre avuto fiducia nella magistratura – ha detto il titolare dell’impianto – Sapevo di aver operato in conformità ai dettami della Soprintendenza e, pertanto, occorreva solo aspettare che la verità venisse a galla. Dimostreremo anche ai due funzionari della Soprintendenza che era tutto in regola. Sono felice perché il nostro impianto sportivo è diventato negli anni un punto di aggregazione ed era triste e frustrante vederlo così, a mezzo servizio (in attività era rimasta solo la palestra). Oltre al sottoscritto, in tanti hanno sofferto per questa situazione come dimostra il fatto che ho ricevuto attestati di stima e solidarietà da molte persone”.

Giovanni Napolitano in più occasioni ha messo a disposizione gratuitamente la struttura per eventi di natura sociale, incassando l’apprezzamento di associazioni ed enti no profit. Da ottobre scorso e fino a qualche settimana fa, inoltre, “Inclusione in Movimento” ha potuto organizzare corsi di padel per i ragazzi disabili. Ad aprile si era tenuto un evento sportivo aperto a tutti, organizzato dall’associazione “A Viso Aperto”, con un’attenzione particolare all’inclusione delle persone con disabilità. Presenti le associazioni sportive, sanitarie e ricreative, che hanno coinvolto bambini, ragazzi e adulti in attività pensate per favorire la partecipazione di collettiva e senza nessuna barriera.

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