A Buccheri, piccolo borgo ibleo noto per il suo patrimonio religioso e artistico, si consuma una frattura profonda tra istituzioni civili e religiose. Le chiese di Santa Maria Maddalena e Sant’Antonio sono chiuse da mesi, non per lavori o motivi di sicurezza, ma – secondo quanto trapela – per una decisione punitiva del parroco nei confronti dell’amministrazione comunale, colpevole di aver autorizzato la storica manifestazione laica-religiosa “U Passiu Santu”.
Il sindaco Alessandro Caiazzo ha rotto il silenzio denunciando pubblicamente la situazione:
“Un patrimonio inestimabile, simbolo della nostra identità, è diventato ostaggio del capriccio di chi dovrebbe custodirlo e aprirlo alla comunità. Non si può più mortificare un intero paese per ripicca personale.”
Il parroco don Angelo Galioto, da due anni, ha negato l’uso degli spazi parrocchiali all’associazione organizzatrice della Via Crucis vivente, giudicandola “non consona” alla visione pastorale. Il risultato? Due processioni parallele, due comunità divise, e chiese sbarrate anche ai turisti e ai fedeli.
Il sindaco ha chiesto l’intervento dell’arcivescovo di Siracusa Francesco Lomanto, già sollecitato in passato per riportare equilibrio e dialogo. Ma il silenzio, denuncia Caiazzo, è diventato “assordante”.
“Quando la fede diventa strumento di battaglia personale – ha concluso il sindaco – a rimetterci non è solo la religione, ma la coesione stessa di una comunità.”
Una vicenda che richiama alla mente i celebri personaggi di Don Camillo e Peppone, ma che qui, purtroppo, è realtà. E a farne le spese sono i cittadini di Buccheri.