La casa di reclusione di Cavadonna, a Siracusa, è al centro di una grave emergenza gestionale e di sicurezza. Negli ultimi giorni, si sono verificati episodi critici che hanno messo a dura prova il personale della Polizia Penitenziaria e sollevato l’allarme tra le istituzioni e i sindacati di categoria.
Durante l’ora d’aria di domenica scorsa, un detenuto ha scavalcato le sbarre del passeggio per recuperare un pacco lanciato dall’esterno. All’arrivo degli agenti, ha reagito con violenza, colpendoli con delle pietre e ferendo un assistente, poi trasportato in ospedale. Nello stesso giorno, circa 80 detenuti si sono rifiutati di rientrare nelle celle, minacciando una sommossa se le loro richieste non fossero state accolte. Solo l’intervento di rinforzi provenienti da Augusta, Catania e dal nucleo traduzioni provinciale ha permesso di riportare la calma.
Secondo quanto denunciato dal segretario del sindacato Uspp, Nello Bongiovanni, la situazione è tutt’altro che risolta: si parla di tentate evasioni, nuove aggressioni agli agenti e tensioni costanti. “Nel silenzio generale, continuano a verificarsi eventi critici. Gli unici a pagare sono gli agenti di Polizia Penitenziaria”, ha dichiarato.
A peggiorare il quadro, il sovraffollamento dei detenuti e la cronica carenza di personale, già denunciati nei giorni scorsi dal parlamentare Filippo Scerra (M5S), da diverse sigle sindacali, dal Codacons e dal garante dei diritti dei detenuti del Comune di Siracusa, Giovanni Villari. Tutti concordano sulla necessità di un intervento urgente per ristabilire condizioni minime di sicurezza e legalità.
In questo contesto, è stata avanzata la richiesta di invio del Gruppo Operativo Mobile (GOM), per supportare il personale in servizio e prevenire ulteriori escalation.