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Ecomac sotto inchiesta: diossine alle stelle dopo l’incendio di luglio

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Set 1, 2025

A seguito dell’incendio divampato lo scorso 5 luglio, la Procura di Siracusa, guidata dal PM Marco Dragonetti, ha emesso quattro avvisi di garanzia nei confronti di altrettanti dirigenti dell’azienda, ipotizzando i reati di incendio colposo in concorso e responsabilità per l’immissione di diossine nell’aria in quantità allarmanti.

Le fiamme hanno distrutto un capannone contenente materiali plastici, generando una nube nera che ha spinto le autorità a diramare l’avviso “Restate in casa”. L’incidente ha avuto ripercussioni immediate sulla qualità dell’aria, con valori di diossine e furani ben oltre i limiti di sicurezza. I dati dell’ARPA Sicilia hanno rilevato picchi preoccupanti:

  • Melilli: fino a 968 TE tra il 7 e il 9 luglio (soglia OMS: 100 TE)
  • Villasmundo: il 10–12 luglio, a soli 150 metri dal sito, registrati 17.820 TE, un valore eccezionalmente elevato

L’inchiesta, avviata il giorno successivo all’incendio anche grazie a un esposto del Sindaco Giuseppe Di Mare, è condotta dalla Guardia di Finanza e dal Nictas dell’Asp. Le autorità stanno acquisendo ulteriori elementi per chiarire le cause del rogo e le eventuali responsabilità penali.

Nonostante le polemiche sui tempi dei campionamenti, i dati confermano un quadro ambientale critico. A peggiorare la situazione, un secondo incendio è scoppiato nello stesso impianto il 24 agosto, riaccendendo le preoccupazioni sulla sicurezza del sito.

La Prefettura di Siracusa e i sindaci della provincia hanno intensificato il monitoraggio e la comunicazione con i cittadini. Tuttavia, la frequenza degli episodi e la gravità delle emissioni impongono una seria riflessione sulle misure di prevenzione e controllo, con richieste di bonifica e trasparenza da parte di esponenti politici e associazioni

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