La recente sentenza della Corte d’Appello di Roma, che ha riconosciuto la rendita INAIL agli eredi di un operaio siracusano deceduto per esposizione all’amianto, ha riacceso l’attenzione sull’emergenza ambientale e sanitaria che da decenni affligge l’area industriale di Priolo, Melilli, Augusta e Siracusa.
Per la prima volta, un tribunale ha certificato ciò che le comunità locali denunciano da anni: l’intera popolazione è stata esposta alle polveri di amianto, un contaminante che si somma agli altri residui tossici provenienti dal polo petrolchimico. Secondo i dati dei comitati civici, in Sicilia si registrano oltre 1.000 decessi l’anno per patologie asbesto-correlate, e Siracusa è tra le province più colpite. Gli esperti avvertono che il picco potrebbe non essere ancora stato raggiunto.
Alla luce di questa sentenza, il Partito Comunista Italiano di Siracusa ha lanciato un appello al Governo e al Presidente della Repubblica per l’istituzione urgente di un tavolo tecnico interministeriale. Dovrebbero farne parte i Ministeri dell’Ambiente, della Salute e del Lavoro, insieme alle autorità locali, ai sindacati e alle organizzazioni ambientaliste.
Cinque le priorità individuate dal Pci:
- Bonifica immediata dei siti contaminati, con barriere arboree nelle zone vicine ai centri abitati
- Mappatura pubblica e trasparente delle sostanze tossiche ancora presenti
- Monitoraggio sanitario permanente per cittadini, lavoratori ed ex lavoratori
- Risarcimenti, tutela legale e agevolazioni pensionistiche per le vittime dell’amianto
- Rafforzamento dei protocolli di sicurezza ambientale negli impianti industriali ancora attivi
“Non bastano le commemorazioni o i titoli di giornale – si legge nella nota del Pci –. Serve una strategia nazionale, con fondi dedicati, responsabilità chiare e cronoprogrammi pubblici. L’inquinamento industriale ha già provocato troppe morti e troppo dolore”.