«Senza paura, uniti mano nella mano con Dio e tra di noi andiamo avanti». Con le parole di Papa Leone XIV, l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto ha indirizzato un messaggio alla Diocesi dopo l’elezione del Santo Padre.
Mons. Lomanto ha prima sottolineato il ministero di Papa Francesco “caratterizzato dal nuovo impulso alla semplicità evangelica, alla fraternità ecclesiale, alla prossimità verso tutti, al dialogo aperto con il mondo contemporaneo, alla pace e alla cura del creato” e poi ha chiesto di accogliere “con gioia il nuovo successore di Pietro, il Papa Leone XIV. Con la sua guida pastorale, lasciamoci guidare dallo Spirito Santo nel cammino di fede nel Cristo Crocifisso e Risorto, per realizzare in noi la Chiesa che vive il mistero di un solo corpo e di un solo spirito, che porta la speranza, la carità e la gioia del Vangelo, che «costruisce i ponti, il dialogo» ed è «sempre aperta» e pronta ad accogliere tutti, per divenire «sempre più città posta sul monte (cfr Ap 21,10), arca di salvezza che naviga attraverso i flutti della storia, faro che illumina le notti del mondo». Papa Leone XIV, sin dall’inizio del suo pontificato ci indica di incarnare la fede nel mondo di oggi per esserne trasformati nel compimento della missione e per «portare a tutti la Buona Notizia». «La promessa di un destino eterno» e «un modello di umanità santa» costituiscono «il dono di Dio e il cammino da percorrere per lasciarsene trasformare, dimensioni inscindibili della salvezza, affidate alla Chiesa perché le annunci per il bene del genere umano»“.
L’arcivescovo Lomanto ha citato il primo discorso dalla loggia di San Pietro: Papa Leone XIV “ci ha offerto «la pace del Cristo Risorto» e, nella prima omelia della messa nella Cappella Sistina, ci ha confermato la confessione di fede espressa da Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente» (Mt 16,16). La pace del Risorto, che riceviamo nella fede, deve raggiungere la vita concreta di tutti, attraverso il ruolo e il compito di ciascuno di noi, per tradurla in pace sociale: nel vissuto di ogni giorno, nella famiglia, nella società, nelle nazioni e nel mondo intero. L’unione a Cristo e tra di noi è il fondamento della missione evangelica e della testimonianza dell’amore perfetto. «Gesù Cristo, pontefice sommo», pieno di compassione per noi, è il centro stabile, perenne e unificante su cui costruire i ponti dell’umanità. Papa Leone XIV ci incoraggia: «Pertanto, senza paura, uniti mano nella mano con Dio e tra di noi andiamo avanti. Siamo discepoli di Cristo. Cristo ci precede. Il mondo ha bisogno della sua luce. L’umanità necessita di Lui come il ponte per essere raggiunta da Dio e dal suo amore. Aiutateci anche voi, poi gli uni gli altri a costruire ponti, con il dialogo, con l’incontro, unendoci tutti per essere un solo popolo sempre in pace»“.
Inoltre il richiamo all’importanza del cammino sinodale della Chiesa: “Questo conferma la necessità e l’impegno di portare avanti l’itinerario sinodale nel cammino della Chiesa universale, delle Chiese in Italia e delle Chiese locali: «Vogliamo essere una Chiesa sinodale, una Chiesa che cammina, una Chiesa che cerca sempre la pace, che cerca sempre la carità, che cerca sempre di essere vicino specialmente a coloro che soffrono». Non si può prescindere dall’ascolto, dalla partecipazione, dalla comunione, dalla corresponsabilità e dall’impegno di tutti a ricostruire un mondo più umano e più giusto, se si vogliono costruire ponti stabili e duraturi di pace nella carità di Cristo. Papa Leone XIV ‒ nel «giorno della supplica alla Madonna di Pompei» ‒ ha affidato il suo ministero petrino all’intercessione di Maria Madre della Chiesa, nella certezza che la «Nostra Madre Maria vuole sempre camminare con noi, stare vicino, aiutarci con la sua intercessione, il suo amore»“.
Infine Mons. Lomanto ha ricordato come lo scorso anno, 1 settembre 2024, “abbiamo avuto la provvidenza e il privilegio di accogliere a Siracusa l’allora Cardinale Robert Francis Prevost, oggi Papa Leone XIV, il quale venne per celebrare il 71° anniversario della Lacrimazione. In quell’occasione ci ha detto che «le lacrime della Madonna sono le lacrime di una madre addolorata a causa dei peccati dei suoi figli che rifiutano l’amore di Dio; sono anche lacrime di dolore per quanti soffrono le ingiustizie, la solitudine, la violenza, l’odio, la guerra e l’indifferenza umana. […]. La comprensione di quelle lacrime che gli uomini sono chiamati a fare è una vera conversione, un ritorno all’amore di Dio che si manifesta nella riconciliazione con Lui e nella carità con gli altri, nella vera compassione, cioè, nel condividere le sofferenze altrui e dando sollievo a chi ne ha bisogno. In questo modo, le Lacrime della Madonna sono un segno di speranza.» (Omelia, 1 settembre 2024). Con la preghiera che ‒ l’1 settembre 2024 ‒ Egli volle indirizzare alla Madonna delle Lacrime, affidiamo alla Vergine Santa la sua missione petrina, il nostro cammino di fede, l’avvenire della Chiesa, il dialogo con le altre Chiese e il mondo contemporaneo, la promozione della giustizia sociale, della fraternità universale e della «pace disarmata e disarmante, umile e perseverante».