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Siracusa, Enzo Vinciullo lascia la Lega: “Partito di gabinettisti senza anima“

Diredazione SB

Nov 15, 2024

Riceviamo e pubblichiamo comunicato di Enzo Vinciullo, ex deputato ARS:

Lascio la Lega Sicilia, ormai diventata una vera e propria camera a gas, che ha trasformato i suoi uomini e le sue donne in gabinettisti, senza anima e senza alcun progetto e slancio politico, ma solo asserviti al tiranno di turno a cui devono lo stipendio mensile!
Un partito, in Sicilia, a conduzione familiare, in cui gli impegni assunti non vengono rispettati e mantenuti, la parola data non viene onorata, la militanza, come nel caso di Fabio Cantarella, mortificata e i risultati elettorali, ottenuti con tanti sacrifici, calpestati con arroganza e protervia.
Un partito in cui, anziché fare crescere i suoi più autorevoli esponenti, come nel caso della eurodeputata, Annalisa Tardino, si organizzano, in modo scientifico, imboscate elettorali per fare eleggere soggetti politici, pur conosciuti, ma provenienti da altri partiti politici, con un unico obiettivo: eliminare politicamente tutte le donne e gli uomini liberi e non asserviti a logiche personali e dove la questione morale non viene mai affrontata, anzi nascosta nel porto delle nebbie e del silenzio.
Il partito è ormai rappresentato solo da fantasmi ed ombre, ombre gli assessori, ombre i commissari provinciali, ombra il commissario regionale che non convoca i pochi uomini rimasti liberi per evitare il confronto politico, limitandosi a fare incontrare a Matteo Salvini solo coloro che fanno parte della ciurma osannante, asservita e compiacente, sicché, nelle ultime due venute di Salvini in Sicilia, siamo stati esclusi i pochi uomini liberi poi, prontamente, invitati, per evitare brutte figure, a partecipare alla manifestazione pro Salvini al Politeama, manifestazione che si è rivelata un vero e proprio flop e ha dimostrato, ancora una volta, l’inconsistenza territoriale, ormai cronica, della Lega in Sicilia, a tutti nota.
E proprio la manifestazione di Palermo ha dimostrato, in modo inequivocabile e tangibile, che il partito di Salvini in Sicilia non esiste, ma esiste una corrente di fuoriusciti dal PD e di traditori politici di Alfano che tentano, ogni giorno, di impadronirsi del partito e di cacciare via coloro che sono arrivati, senza chiedere nulla, sia chiaro, molto prima di loro!
Questi ras locali, usando metodi padronali, novelli vandali li potremmo definire senza difficoltà, già scacciati da tutti gli altri partiti in cui avevano militato nel passato, e dove gli hanno impedito di fare solide, ma cattive, radici, dimenticando le ingiurie gravissime, precedentemente, scagliate, insieme ai propri amici, con cattiveria, contro Salvini, hanno e stanno continuando a calpestare la democrazia interna al partito, solo ai fini di interessi correntizi e personali, approfittando della fiducia generosamente concessa loro da Matteo Salvini, impedendo il tesseramento a chi non fa parte del loro clan politico.
E’ notorio a tutti che, da mesi, è iniziata una diaspora sia dei semplici sostenitori e militanti, quanto soprattutto dei candidati alle ultime elezioni regionali che, con i loro voti personali, hanno consentito al partito il superamento dello sbarramento del 5% e, di conseguenza, agli attuali deputati di essere eletti.
Non è necessario ricordare come, nelle ultime elezioni per il rinnovo del Parlamenti regionale, i candidati non eletti abbiano riportato i due terzi dei voti validi, mentre gli eletti solo un terzo, sicché si aspettava il giusto riconoscimento per quelle province dove, fin dall’inizio, si sapeva, perfettamente, di non poter ottenere il seggio, ad esempio io e Cafeo siamo fra i primi quattro per percentuale di voti ottenuti, ma a Siracusa non vi era nessuna possibilità di prendere il seggio per scelte egoistiche, illogiche e correntizie, una candidata, ad esempio, ha riportato solo 8 voti! Ma cosa hanno ricevuto i non eletti? Nulla, se non l’arroganza, la supponenza, la saccenza, l’egoismo degli eletti che hanno fatto si che le province prive di rappresentanza parlamentare diventassero, ogni giorno, merce di scambio con gli altri partiti della coalizione, basta considerare cosa hanno scritto, senza essere smentiti, i giornali sulle ultime e precedenti nomine sulla Sanità regionale.
Ben diversamente si sono comportati i rimanenti partiti del Centro Destra e in modo particolare Fratelli d’Italia, dove il risultato elettorale è stato diametralmente opposto: due terzi dei voti gli eletti, un terzo i non eletti, ma a questi ultimi è stata riconosciuta la giusta visibilità sia all’interno del Governo regionale, quanto nei posti di sottogoverno perché “Vince la squadra”, ironia della sorte era questo il motto della Lega durante la competizione elettorale, mai il singolo.
Invece, si sono dimenticati della squadra, subito dopo le elezioni, così come si sono dimenticati degli impegni assunti, per non doverli onorare, nel rispetto della novella locuzione latina: pacta non sunt servanda!
Per i non eletti l’unica soluzione politica imposta è stata quella di essere inseriti, quanta generosità, nei gabinetti degli assessori, oppure in ruoli impiegatizi all’Assemblea Regionale Siciliana, trasformando e degradando soggetti politici affermati in gabinettisti, sempre licenziabili, alla mercé del potente di turno e dei deputati delle forze politiche presenti all’ARS.

E anche quando si è avuta la possibilità di nominare assessore uno dei più votati, Giovanni Cafeo, ancorché non eletto, si è preferito continuare a sacrificare lo stesso Cafeo in un gabinetto, per nominare assessore ombra un non tesserato della Lega, già consulente dell’Assessore impedito a svolgere le proprie funzioni, ma proveniente dalla ingorda Catania.

Uso il termine ‘Assessore ombra’ perché lo stesso viene a Siracusa, così come il suo predecessore e il collega alla Pubblica Istruzione, senza nemmeno chiamare o avvisare il Commissario Provinciale del partito, evitando di incontrare gli iscritti e i simpatizzanti della Lega che, del resto, non conosce perché proveniente da altro schieramento politico.
Dagli eletti e nominati, con i voti della provincia di Siracusa, in questi due anni, cosa abbiamo ottenuto se non un insopportabile rigurgito di cupidigia, arroganza e saccenza? Una guerra continua al Commissario provinciale del partito, accordi, nemmeno sottobanco, con gli altri partiti politici, compreso il PD, come nelle elezioni di Francofonte, tradimenti nella formazione delle liste, come nel caso di Siracusa e Pachino, mancata partecipazione alla vita del partito, come nei casi in cui abbiamo dovuto raccogliere, da soli, le firme per sostenere Matteo Salvini, rifiuto costante di aderire al tesseramento, con tessere smarrite per non mantenere gli impegni assunti presso altri tavoli, tessera ballerina da esibire in pubblico, ma che non aveva alcun fondamento giuridico e il tutto per poter continuare a fare i propri porci comodi.
Come dicevo, il partito in Sicilia non esiste più, sono andati via, via, perché non disposti a subire soprusi quotidiani, il Sen. Pagano, l’On. Catalfaro, l’On. Pullara, il più votato in percentuale della lista della Lega alle ultime elezioni regionali, l’On. Buzzanca, l’On. Di Giacinto, Fabio Cantarella e i candidati alle regionali, D’Angelo, Marino, Roccasalva, Albisio, La Rosa solo per citare i più votati alle ultime elezioni.
Per non parlare poi delle elezioni nazionali in cui un accordo di potere fra Minardo e Sammartino
ha mortificato la provincia di Siracusa, il cui collegio è stato saccheggiato e violentato, imponendo 2 candidati di Catania, fra cui l’onnipresente Sudano, uno di Ragusa, il solito Minardo, e uno di Agrigento, portando di conseguenza alla perdita del collegio con l’obiettivo evidente e chiaro di favorire altri candidati del Centro Destra e di negare alla provincia di Siracusa la possibilità e il diritto di avere un proprio rappresentante al Parlamento nazionale.
Né si può sottacere la vicenda legata alla candidatura per la carica di Sindaco di Siracusa, dove
una politica miope e, ancora una volta, egoista ha sacrificato i rappresentanti locali della Lega, i
più votati in città, per inseguire, con una logica politica perversa, ma sciocca allo stesso tempo, la candidatura a sindaco della città di Catania, dal momento che la città etnea rappresenta il centro
del mondo!
In questi anni ho resistito, lottando contro assessori e deputati regionali, per il rispetto dovuto a
Matteo Salvini e per il lavoro straordinario che lo stesso Salvini ha prodotto a favore della provincia di Siracusa.
Vorrei ricordare i 190 milioni di euro per il nuovo Ospedale di Siracusa, i quasi 1,5 miliardi di
euro per la Lentini-Ragusa
, un’opera da me fortemente sostenuta quando ero Presidente della
Commissione Bilancio, gli 85 milioni di euro per eliminare la cintura ferroviaria che strozza la città
di Augusta
, una somma simile per il Porto di Augusta, l’intervento per consolidare il Santuario
della Madonna delle Lacrime e la Chiesa dei Cappuccini, a Siracusa, il finanziamento per la
ristrutturazione del carcere ad Augusta.
A fronte di questi risultati più che positivi, la provincia di Siracusa, pur priva di rappresentanze
degne di definirsi istituzionali, ha sempre risposto in maniera positiva sia nelle varie elezioni comunali, nazionali, regionali ed europee, sia nell’attività di supporto alle richieste di Matteo Salvini, raccolta firme, mai secondi a nessuno, tesseramento con un cospicuo numero di aderenti, sia come soci sostenitori che come militanti, sia nell’organizzare i tanti famosi gazebo.
Ma l’attività meritoria di Salvini, a favore della nostra provincia, è stata sempre mortificata dall’azione persecutoria ed arrogante degli eletti, grazie ai voti dei siracusani, e quindi il consenso non è stato mai pari ai risultati importantissimi ottenuti, ancorché non inferiore a quello delle altre province.
Lascio, insieme ai miei amici, la Lega Sicilia, dimettendomi dalla carica di Commissario Provinciale, ritorno ai miei movimenti civici, non condividendo il modo becero, padronale ed
arrogante con cui si opera all’interno del partito in Sicilia, fra l’ignavia di chi non ha mantenuto gli impegni assunti, preferendo scomparire e scappare dallo scenario regionale, dopo avere ottenuto riconoscimenti nazionali, sulla pelle di quelli che siamo rimasti coerenti con la parola data e l’arroganza violenta di chi pensa, delegittimando, di fagocitare tutto e tutti per trasformare un partito nazionale, con più anime, in un partito lobotomizzato, utile ad affermare le proprie volontà e il proprio sfrenato egoismo attraverso una occupazione sterile del potere fine a se stesso.
Costoro dimenticano che fra breve si tornerà a votare sia per le regionale che per le nazionali,
ma non penso che troveranno altri 66 polli disponibili a donare il proprio sangue per assicurare la
rielezione a soggetti assolutamente ingrati!
Sappiano che la politica è coinvolgimento, è condivisione democratica dei percorsi politici-amministrativi, è militanza, non è mortificazione di chi non vuole asservirsi a scelte clientelari,
ormai ampiamente superate da tempo, ma vuole continuare a lavorare e lottare senza imposizioni per gli interessi legittimi dei propri territori.
La politica, invece, della Lega in Sicilia è quanto di peggio può immaginarsi un elettore, in quanto l’unica logica imperante è quella di sottomettere e trasformare i suoi esponenti politici più quotati in gabinettisti, asserviti ad una strategia mortificante che non verrà mai più premiata dai siciliani, nonostante il grande lavoro di Matteo Salvini.

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