Si è svolto mercoledì scorso a Siracusa uno spettacolo teatrale, volto a sensibilizzare gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado al termine fine del progetto regionale “T.R.A.P.” (Tutti Rivendichiamo Altre Prospettive), promosso da Arci Siracusa Aps. Il progetto, durato dal 2021 al 2025, ha realizzato attività educative in favore di minori segnalati dalle Autorità giudiziarie in sei province siciliane, che si trovano ad affrontare percorsi di Giustizia Minorile e dei servizi sociali per reinserirsi al meglio nella società.
Tra le scuole invitate, vi è stato l’ente di formazione professionale ERIS, pronto a presenziare all’evento con lo scopo di promuovere il messaggio proposto dall’ente organizzativo. La delicata tematica affrontata è stata la giustizia, non intesa come azione punitiva bensì come “riparativa”. A parlare con gli studenti è stato Mauro Pescio, un attore, autore e podcaster. Quest’ultimo racconta la storia di Lorenzo, non un eroe ma un uomo che dai suoi errori ha tratto insegnamento, e ha deciso di ridisegnare la sua vita. Ecco la descrizione che l’autore fa dell’incontro avvenuto col protagonista della sua storia, un incontro che, se non fosse avvenuto, non avrebbe consentito a questa storia di essere divulgata.
“ Ogni storia nasce da un incontro. L’origine stessa della vita sulla Terra nasce dall’incontro tra cellule distanti e sconosciute l’una all’altra, che si sono annusate, si sono piaciute, hanno trovato un’affinità e hanno dato inizio, 4,4 miliardi di anni fa, a tutto. All’origine di questa storia che state iniziando c’è l’incontro fra due uomini nel pieno dei loro anni. Io e Lorenzo, come le prime cellule, da sconosciuti l’uno all’altro, ci siamo annusati, ci siamo piaciuti e abbiamo trovato, ognuno dentro di sé, i motivi profondi per impegnarci in questo racconto. È solo grazie al nostro incontro se questa storia esiste”[
Questa bellissima metafora sottolinea quanto gli incontri che avvengono nella vita, talvolta, designino l’inizio di percorsi di crescita importanti. Lorenzo era uscito di carcere da una decina di giorni quando conosce Mauro, era l’estate del 2017. Il focus della sua vita fino ad allora è stato il carcere, in cui è entrato a pochi mesi, prima da parente/visitatore, anni dopo da ospite.
“Io ero il Milanese” è il racconto di uomo che ha toccato il fondo, prima perché in questo contesto c’è nato, poi perché lo ha scelto, dopo ancora perché la vita gli ha tolto definitivamente il sorriso strappando via suo figlio da questo mondo mentre lui sfuggiva alle sue responsabilità. Dolori importanti, una vita segnata dalla quale si pensa di non poterne uscire mai, ed invece, un giorno, la bellezza della vita fece si che una giovane avvocatessa prendesse come oggetto di studio il suo caso per rappresentarlo fino ad ottenere uno sconto importante sulle condanne. Questo spettacolo mira a sottolineare l’importanza di non perdere mai la fiducia nella vita e di spiegare ai ragazzi, che non esiste fondo dal quale non si ci possa rialzare. Trattare queste tematiche, vicine ai nostri adolescenti, a coloro che rappresentano il nostro futuro, a coloro che scriveranno la storia della nostra Terra, è fondamentale, soprattutto vista la digitalizzazione attuale e i continui stimoli sbagliati a cui i nostri ragazzi sono esposti h24.
I percorsi rieducativi sono mirati a reintegrare e ri-costruire la vita di chi li percorre, in maniera equilibrata e che possa dare un senso ed uno scopo a ciò che viviamo.