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Versalis, chiusura impianti a Priolo e Ragusa: “A rischio centinaia di posti di lavoro”

Diredazione SB

Ott 26, 2024

Eni ha messo a punto il Piano di trasformazione e rilancio, anche in ottica di decarbonizzazione, del business della chimica. Il piano di trasformazione, che implica circa 2 miliardi di euro di investimenti e un taglio in termini di emissioni di circa un milione di tonnellate di CO2, circa il 40% delle emissioni di Versalis in Italia, prevede nuovi impianti industriali coerenti con la transizione energetica e la decarbonizzazione dei vari siti industriali, nell’ambito della chimica sostenibile ma anche della bioraffinazione e dell’accumulo di energia. Per consentire di realizzare i nuovi impianti, cesseranno le attività degli impianti cracking a Brindisi e Priolo, e del polietilene a Ragusa. Al termine del processo la trasformazione porterà un impatto positivo dal punto di vista occupazionale, contrastando le inevitabili conseguenze negative che la crisi strutturale e consolidata del settore a livello europeo avrebbe in questo ambito.

Il Piano, che sarà implementato entro il 2029, punta a investire nello sviluppo delle nuove piattaforme della chimica da rinnovabili, circolare e per prodotti specializzati, i cui mercati sono in crescita e nei quali Versalis ha acquisito una posizione di leadership.

Eni punta a ridurre drasticamente l’esposizione di Versalis alla chimica di base, settore che versa in una crisi strutturale e ormai irreversibile a livello europeo, e che ha comportato perdite economiche che, in termini di cassa, hanno sfiorato i 7 miliardi di euro negli ultimi 15 anni, di cui 3 nell’ultimo quinquennio. Eni possiede tutte le capacità per implementare questo piano ambizioso di trasformazione, come più volte dimostrato nel processo di trasformazione della raffinazione tradizionale in bio, e otterrà, a valle del Piano di trasformazione e rilancio, una chimica di Versalis focalizzata su un portafoglio downstream di elevato valore composto da compounding e polimeri specializzati, biochimica e prodotti da economia circolare: un portafoglio coerente con la strategia di Eni improntata alla tecnologia e focalizzata su business legati alla transizione energetica con vantaggi competitivi. A questo si accompagnerà una nuova struttura societaria sviluppata secondo il modello satellitare: la Biochimica (inclusa Novamont), il Downstream (con le acquisizioni di Finproject e Tecnofilm), la Circolarità (attraverso lo sviluppo del riciclo chimico e meccanico), e la chimica di base (risultante dalle azioni di razionalizzazione e riposizionamento sui polimeri).

“Più che piano industriale è un piano di dismissione e disimpegno dove è apparso in maniera purtroppo chiara l’inesistenza di un progetto di trasformazione. Non c’è prospettiva di sviluppo ne è una chiara volontà di mettere investimenti concreti per la riconversione”. Lo dice il segretario generale della Cgil di Ragusa, Peppe Scifo.

“La chiusura di Versalis – dice Scifo – significa per Priolo e Ragusa una drastica riduzione del perimetro industriale con gravi ricadute occupazionali ed economiche. A rischio tutti i posti di lavoro del sito, soprattutto quelli dell’indotto che perderanno immediatamente il lavoro nel momento in cui sarà fermato l’impianto come annunciato da Eni. Per questo già ieri stesso a Roma è stato proclamato lo stato di agitazione dei lavoratori dei siti Eni sia del diretto che nell’indotto”.

Anche il Partito Democratico esprime la propria profonda preoccupazione per l’annunciata chiusura degli stabilimenti Eni-Versalis di Ragusa e Priolo.

“Questa decisione, comunicata con il piano di trasformazione e rilancio del business della chimica in Sicilia nell’ottica della decarbonizzazione – dichiara il segretario regionale del PD Sicilia, Anthony Barbagallo – rappresenta un duro colpo per l’economia locale e per i lavoratori del settore“.

“Non possiamo accettare che – interviene Peppe Calabrese, componente della segreteria regionale PD ed ex lavoratore dello stabilimento ibleo – settant’anni di storia industriale vengano cancellati con un colpo di spugna, in quanto la chiusura di questi impianti avrà ripercussioni gravissime sul nostro territorio, mettendo a rischio centinaia di posti di lavoro dello stabilimento e dell’indotto“.

“E’ necessaria – afferma il deputato regionale del PD all’Ars, Nello Dipasquale – una transizione energetica sostenibile che, però, non può avvenire a discapito dell’occupazione e dello sviluppo economico locale. La decarbonizzazione è un obiettivo importante, ma deve essere perseguita attraverso un percorso graduale e concertato con le parti sociali. Per questo motivo, inoltre, chiederemo che il Presidente Schifani faccia sentire la propria voce, per scongiurare la chiusura degli stabilimenti ENI e per garantire un futuro migliore per il nostro territorio“.

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